Buon Anno 2022 Auguri
Dic 30
Pensieri sparsi
Ago 17
Spargo il pensiero caro dei miei giorni;
la semenza dell’attimo vivente
e nell’angolo dell’anima canti
degli angeli in volo, celesti in mente.
Affido il mio volto chiaro
alle bramosie di un riflesso,
un vetro bianco a specchio, avaro
e mi vedo, io come sasso.
Vago ancora cercando
rette bianche, infinite,
vanno lontano, dando
all’andare emozioni.
Spargerò nei giorni miei il pensiero
a quel seme di vita che nasce,
tra il fiorire nell’orto divino
e saper che un giorno sia vero,
tutto questo come edera cresce
attecchita al tronco del destino.
Come un Angelo vorrei volare
oltre la follia d’esistere.
Elvio Angeletti
Spettacolo teatrale
Nov 15
“SEI DONNA”
In occasione della giornata contro la violenza sulla donna, il 24 novembre 2018 ore 20 30 presso il centro polifunzionale di Berzo Demo (BS), verrà presentato lo spettacolo teatrale “Sei donna”, ispirato dalla poesia di Elvio Angeletti, con Augusta Bianchi, Cristina Cacciola, Laura Danesi, Monica Ducoli, Camilla Mangili, Moira Troncatti, Fabio Demarco Gian Marco Laini; musiche a cura e di Aldo”Bonus”Bonariva, regia di Marco Vaira
Mare
Ago 15
(Ci vorrebbe il mare che accarezza i piedi
mentre si cammina verso un punto che non vedi.)
M. Masini
Il mare
Basta guardare un gabbiano
scalfire l’acqua e risalire,
poi… disegnare un volo
fino a scomparire,
e pensare ad un bambino
alla deriva senza pianto.
Il mare, tavola azzurra
piena di cristalli e danze d’onde,
immagini che forano l’anima,
alghe colorate dal tempo
e dalle intemperie,
dove raccogliere conchiglie
nascoste tra le barche ferme.
Sogno il mare da poterci
navigare, senza trovare tra le pieghe
stracci intrisi da sangue umano
e zattere di carne bruciata,
ma, al rientro, una venere di sabbia
scolpita dalle onde.
Ci vorrebbe un mare
per non affondare e da osservare
dove l’abisso non abbia colore,
dove il sale, rinvigorisca
la mia sete e con una carezza
sull’onda si lasci cullare.
Elvio Angeletti
“Tra i respiri della natura
mi porgo, aspettando
caldi refoli di parole
che mi tolgano
la maglia grigia dell’inverno!”
Un ritratto di fanciulla sfumata ed eterea, dell’artista Cesy Miriel Ciotti, apre la nuova silloge poetica di Elvio Angeletti “Refoli di parole”(INTERMEDIA Edizioni) i cui versi mostrano palesemente una preziosa semplicità di un’atmosfera quasi magica, fortemente empatica.
Il refolo è sinonimo di soffio e di conseguenza dello Spirito, dell’influsso spirituale di origine celeste che improvviso si alza o si placa, generando nell’intimo del poeta, il Verbo; esso è il sovrano del campo sottile, intermediario tra la terra e il cielo, penetra, infrange e purifica “Ho creato un’immagine/fatta di parole e di sogni/ che fulgidi rapiscono i respiri”.
Una versatilità che non si fissa su particolari tematiche e non impone a un percorso di vita alcuna regola né costrizione ma lo vive in tutte le sue manifestazioni, non esitando ad avvolgerlo in un alone di poesia. Ogni verso riconduce al sollievo, a un’emozione gioiosa o sofferta nonché al ricordo “Il vivere mio sarà un ritornello/che ricorderà tutti i giorni/chi mi ha regalato una carezza”ove l’io poetico parla di sé ma è perfettamente in grado di parlare per tutti, sconfigge il tempo e lo ferma con grazia “ Nei momenti/dei miei giorni senza confini/sbaraglio i battiti del tempo[,]/come chiodi appesi nel vuoto/a sostenere la mia mente assonnata”.
In ogni lirica, stile e linguaggio sono visivi e descrittivi, misurano una profonda umanità, sottolineano un alto valore di simbolo morale ed evidenziano quella compostezza formale propria della personalità di Elvio Angeletti . Ciò che maggiormente si evince è che in tale poetica la ragione del sentimento è ben determinata a farsi valere, cercando nelle estasi segrete dell’anima qualunque battito, colore o luce che attenui l’angoscia mentale di quanto nel mondo possa indebolire la nostra serenità. Il poeta non fugge dalle amarezze cosmiche ma riesce a trasfigurarle in autentica poesia e coerenza figurativa, scegliendo parole e aggettivi che evocano profumi e istantanee di condivisa intimità. Le parole nascono e si rafforzano dall’introiezione dei diversi aspetti della natura, conferendo al verso uno strano fascino e una grande suggestione.
Credo fermamente che la poesia per Angeletti sia un’ancora di salvezza poiché, rimodellando su proprie immagini ideali il suo senso, a volte di frustrazione, la stessa diviene terreno fertile per risposte semplici a interrogativi esistenziali, in una struttura meno possibile articolata e dunque comprensibile al massimo.
Non meno importante è l’elemento spirituale che pervade la silloge. Infatti, secondo l’esperienza religiosa, la divinità può apparire accompagnata dal dolce mormorio del vento o nel fragore della tempesta “Mi tolgo/il cappello e le scarpe/ e guardando il soffitto/cerco una preghiera”. Quello spazio vuoto ove soffia il vento è un potente simbolo di energia; è nella trasformazione del vento che nasce una nuova luce, risplende e dilegua le tenebre.
Mi sovviene una stupenda citazione della poetessa Alda Merini: “la poesia è la pelle del poeta”e trovo che sia un riferimento perfetto per tale personalità di artista sensibile ed emotivamente attento al vagheggiamento della bellezza e del sogno, in cui egli ama indugiarsi con profonda armonia e particolare simbiosi; allo stesso tempo, mi piace pensare che possa avere una qualche parentela di pensiero e di spiritualità con il libanese Khalil Gibran.
SUSANNA POLIMANTI
Cupra Marittima, 12.10.2017